Parliamo oggi di iPad Air 2, nuova incarnazione del tablet della Mela. Presentato a un anno di distanza dal primo iPad Air, il device di quest’anno, come da tradizione Apple, non si discosta molto dal modello precedente, ma va a migliorare alcuni aspetti che lo rendono preferibile al predecessore.
iPad è un dispositivo che non ha bisogno di presentazioni: è IL tablet per antonomasia, e anche quest’anno conferma la propria leadership nel settore.
Troviamo quindi un device che riprende il design di iPad Air, ma lo snellisce ulteriormente (il nuovo modello è più sottile di circa 1mm rispetto a quello di scorsa generazione), rendendo il prodotto, che già era portatile e maneggevole, ancora più invitante.
Rinnovato anche lo schermo che, pur mantenendo la medesima risoluzione “Retina” (2048 x 1536 pixel) dei modelli precedenti (dalla terza generazione in poi: iPad e iPad 2 montavano invece un pannello da 1024 x 768 pixel), offre una nuova tecnologia, “fondendo” insieme i 3 layer che tipicamente compongono uno schermo touch capacitivo (LCD, sensore touch e vetro), consentendo di avere insieme minor spessore e miglior luminosità, ed andando anche ad influire positivamente sui riflessi, che sono molto ridotti e assai meno fastidiosi di quanto non fossero sui prodotti di precedenti generazioni.
Migliorata anche, come era lecito aspettarsi, la dotazione hardware, che vede protagonista il chip A8X (processore a 3 core con architettura 64bit), come sempre sviluppato internamente, affiancato da ben 2GB di RAM (novità per le tavolette della casa di Cupertino).
Eliminato il classico tasto home, e rimpiazzato con il (già classico a sua volta) TouchID, ovvero il lettore di impronte digitali, che consente lo sblocco del device allo sfioramento, ma non solo: Apple ha infatti aumentato di molto le API a cui gli sviluppatori possono accedere, includendo anche quelle per l’utilizzo del sensore biometrico. Ci aspettiamo quindi in futuro il proliferare di applicazioni di terze parti che supportino nativamente tale funzione (alcune a dire il vero ci sono già: su tutte, Evernote).
Il design riprende in tutto e per tutto il modello dello scorso anno (ad eccezione, come visto, dello spessore e del lettore di impronte), ma non troviamo più lo switch per silenziare rapidamente il dispositivo, a nostro avviso una funzione molto smart così come era implementata finora (non era ovviamente necessario accedere al device, ma era sufficiente spostare una levetta per fare in modo di non essere disturbati da notifiche indesiderate), sacrificato sull’altare della portabilità.
Batteria leggermente ridimensionata rispetto ad iPad Air, ma, complice il nuovo processore, l’autonomia non sembra aver subìto variazioni in negativo.
Buona la fotocamera, che offre i medesimi 8Mp di iPhone 6, ma ha una resa decisamente inferiore (molto buona comunque per essere la fotocamera di un tablet!); anche la fotocamera frontale ha una qualità più che accettabile, e renderà piacevoli le videochiamate con Skype o software similari.
Ottima come sempre la fluidità di sistema: iPad in questo è una garanzia, e ancora qualche passo avanti ad una concorrenza che, pure, non resta certo a guardare.
Apple quindi, come sempre, innova e rinnova senza stravolgere quanto di buono fatto in passato, rendendo i suoi prodotti, baconianamente, “nani sulle spalle di giganti”. Forte di un ecosistema quest’anno ancora più ricco (abbiamo già parlato di Continuity nell’articolo dedicato al nuovo melafonino), riesce ad ovviare ad alcune mancanze della concorrenza offrendo un prodotto che, forse, gestisce meno funzioni, ma non ha mancanze importanti (l’unico vero appunto che potremmo fare è il mancato supporto alle memorie USB, ma è un difetto di iPad in genere, non certo una novità di quest’anno) e tutto quello che fa lo fa dannatamente bene: veloce, piacevole da usare, fulmineo nel passaggio tra le app e, soprattutto, con un parco software dedicato che la concorrenza ancora si sogna (purtroppo aggiungeremmo).