Definizione di SSD e principali caratteristiche
Ultimamente si sente molto parlare di SSD, e molti di voi si staranno proprio domandando che cos’è un SSD! L’acronimo anglosassone SSD indica particolari drive a stato solido: Solid State Drive o Solid State Disk. Le memorie a stato solido non vanno considerate un naturale risultato dell’evoluzione tecnologica bensì un epocale cambiamento di approccio alla storage capacity, ovvero una radicale riformulazione della strategia IT (Information Tecnology). Difatti, per anni si è svolta l’olimpiade del potenziamento di storage capacity delle memorie di massa, mentre con il ricorso alle SSD si è dato inizio all’era dei record delle prestazioni in termini di sicurezza, velocità e prestazioni generali. Se diamo uno sguardo al passato si comprende che il tallone di Achille dei PC era costituito dalle memorie HHD, ovvero i classici Hard Disk. Infatti, le prestazioni dei PC erano degradate dall’enorme divario tra la velocità dei processori e la velocità degli Hard Disk.
Vecchio e nuovo a confronto
Con il ricorso alle SSD si è quasi annullata la differenza di velocità tra processori e memorie. L’eliminazione delle parti meccaniche, caratterizzanti gli HHD, come testine e piatti di rotazione ha aumentato il tempo di risposta della memoria, allineando la velocità di ricerca dati con la velocità di processazióne. Come facilmente intuibile, l’eliminazione delle componenti meccaniche ha notevolmente incrementato, oltre alla velocità, anche la sicurezza del dispositivo a fronte di usura o catastrofici malfunzionamenti derivanti da rovinosi shock meccanici come urti e cadute. Con il ricorso agli SSD sono stati eliminati, con un colpo di spugna, i difetti tipici degli HDD incrementando, decisamente, la produttività. Tutto ciò è stato reso possibile predisponendo gli SSD con collettori SATA (Serial Advanced Technology Attachment), prodotte in diverse versioni e compatibili con qualsiasi scheda madre. Le prestazioni sono state ulteriormente incrementate con l’ausilio di controller adeguati e vari livelli di RAM integrate con funzioni di buffer. La grande limitazione delle SSD è la durata di memoria, ossia la resa temporale. Tale inconveniente è tipico delle memorie flash e precisamente alla modalità di scrittura dati nei chipset. Difatti ogni memoria Flash è fornita di blocchi di memoria suddivisi in celle, in cui sono depositate e salvate le informazioni. Il numero delle scritture (e sovrascritture) degrada la capacità di memoria che risulterà possedere una vita media di 5-6 anni.
SSD 850 EVO vs SSD 850 PRO: SSD a confronto
Gli innovativi SSD 850 EVO e SSD 850 PRO sono entrambi dotati di una capacità nominale massima di 2TB (esistono dispositivi con difverse capacità), e praticamente uguali per dimensione e design del cover. Entrambi i drive sono dotati di 128 celle V-NAND (con 32 layer a scrittura verticale), abbinati ad un controller MHX compatibile con la capacità di memoria.
Il modello Pro è dotato di prestazioni leggermente superiori, anche se pressoché simili, tuttavia il vero punto di forza che lo rende unico è l’incremento della durata del dispositivo che si attesta a 10 anni con capacità di sovrascrivere 300 TB di dati. Mentre il dispositivo EVO è vincolato ai 5 anni e 150 TB di sovrascrittura. Tale differenza è dovuta ai materiali utilizzati per la realizzazione delle celle SSD, ossia al grado di purezza dei materiali (in quanto i materiali sono uguali). L’EVO infatti rappresenterebbe una versione economica del PRO che degrada la durata del dispositivo lasciando inalterate le capacità in termini di prestazioni ma con un deciso abbattimento dei costi.